La carrozzeria dell’auto costituisce la sua parte esterna e più visibile; montata sul telaio, isola il conduttore e i passeggeri dall’ambiente esterno, proteggendoli dagli urti, dalle intemperie e dai semplici spostamenti d’aria. Le prime auto avevano una carrozzeria realizzata in legno, metallo, masonite e altri materiali poco duttili; nel corso della Seconda guerra mondiale, anche per via della scarsità di metalli pesanti, si passò alle lamiere di alluminio, ben presto affiancate dalla fibra di vetro, dalla plastica e, infine, da leghe composite a base di carbonio. Le moderne carrozzerie auto sono studiate per essere non soltanto aerodinamiche, ma anche in grado di assorbire l’energia cinetica sprigionata dagli urti. In questo modo, in caso d’incidente, i danni principali vengono inferti proprio alla vettura, preservando entro i limiti del possibile la salute degli occupanti. L’impiego di materiali leggeri e duttili ha i suoi svantaggi: è sin troppo facile (e particolarmente frequente nel traffico cittadino) creare dei bozzi superficiali nella carrozzeria, o graffiare lo strato di vernice che la ricopre. L’esposizione alle intemperie, poi, rende l’esterno delle automobili fortemente soggetto all’usura del tempo, ragion per cui è bene parcheggiare la propria vettura al riparo e farla lavare di frequente. Per riparare ogni eventuale danno, è sufficiente rivolgersi alle officine specializzate in questo genere di interventi che, non a caso, prendono proprio il nome di “carrozzerie auto”. L’omonimia non è derivativa, ma neanche fortuita: in entrambi i casi, il termine proviene dalle ben più antiche carrozze a cavalli, fonte d’ispirazione per i pionieri dell’auto e di lavoro per le officine dell’epoca.